Una collaborazione che si basa su una valida motivazione: l’ambiente ha bisogno di una mano. Perché i nostri stili di vita possono cambiare e renderci attori di un salvataggio, quello del pianeta e del suo ecosistema, oppure complici dell’accelerazione del suo declino. Così Unicoop Firenze, Legambiente e Makkox si sono trovati dalla stessa parte, quella dell’ecologia domestica e quotidiana. Ma Makkox che consumatore è? E la mascotte chi sarà? Facciamocelo raccontare dal suo “papà”.
Makkox fa la raccolta differenziata?
«Sì. La faccio perché, dove abito, il Comune effettua questo servizio. Non significa che la viva come un’imposizione, anzi, la faccio con orgoglio. Quando vengono amici a casa, e sono di un posto in cui non fanno la differenziata, li porto a vedere i miei bidoncini colorati. Ormai sono uno status symbol. Vedessi l’invidia sui loro volti».
In una normale giornata quante volte pensa all’ambiente? E quanto condiziona le sue scelte e i suoi comportamenti?
«Ci penso quando mi cadono gli occhi su uno sfregio ambientale. Io vengo da un paesino di campagna e di mare (entrambe le cose). Basta un sacchetto di plastica che galleggi in acqua a pochi metri dalla riva a mettermi di malumore, o la vista del fumo di un incendio a darmi angoscia: ho affetto per gli alberi, la loro ombra. Non saprei dirla altrimenti. I miei comportamenti? Non so. Di alcune cose, intendo cose che hanno incidenza negativa sull’ambiente, sono consapevole e ci sto attento. Altre sicuramente mi sfuggono e inquino a bestia senza saperlo. Boh».
La guida all’ecologia quotidiana è la seconda tappa di una collaborazione iniziata lo scorso anno con Coop Italia. Quale obiettivo vi accomuna?
«Come accennavo prima, l’accrescimento della consapevolezza dell’individuo. Soprattutto dell’individuo “me”. Ho aumentato la mia consapevolezza in questo periodo. Consapevolezza della provenienza dei prodotti, delle persone che li hanno creati, insomma di tutta la catena umana e non che li porta lì sullo scaffale. Al di là dello specifico, la consapevolezza in senso assoluto è un valore che crea un ambiente, anche sociale, in cui si vive meglio. Individui consapevoli, meno superficiali e grossolani nelle valutazioni di ciò che li circonda, generano migliori relazioni umane».
Nei disegni della guida è molto presente il concetto di karma buono e cattivo. Cosa sono?
«In pratica sarebbero la fortuna e la sfiga nera. Il karma è abbastanza semplice come concetto: quello che semini raccogli. Un piccolo seme di inciviltà, piantato oggi, è un seme di bad karma, e crescerà nel tempo fino diventare una enorme quercia di sfiga che ti si abbatterà un giorno sulla capoccia. Ovviamente vale anche l’inverso: piccoli gesti virtuosi quotidiani sono good karma e portano fortuna. Ho scelto questo stratagemma, perché credo che noi non riusciamo a comprendere a livello di pancia, ed è lei che comanda nel quotidiano, che cause ed effetti siano davvero collegati, soprattutto se sono troppo distanti nel tempo come lo sono le nostre azioni quotidiane e i loro effetti sull’ambiente. Ma con la fortuna e la sfiga è un altro discorso: queste la nostra pancia le comprende al volo. Tu dicci cento volte che passare sotto una scala è pericoloso perché potrebbe cascarci qualcosa in testa, e noi ce ne freghiamo. Dicci una sola volta che farlo porta sfiga, e non passeremo mai più sotto una scala per il resto della vita».
Per Ugo il Gufo Druido qual è il primo consiglio sostenibile da seguire?
«Essere consapevole che nulla va perduto e che ogni azione comporta una conseguenza. Il “ma chi se ne accorge?” è un’illusione. Un giorno te ne accorgerai proprio tu e in quel momento magari ti chiederai: “Ma com’è che siamo arrivati a mangiarci tutto il mondo fino all’osso? Eh, fratello, com’è successo?”. Un mozzico alla volta».
(Dall’Informatore di settembre 2018
di Serena Wiedenstritt)