La filiera del riciclo
(A cura di Alia, società di gestione di servizi ambientali della Toscana centrale)
Effettuare correttamente e con attenzione la raccolta differenziata aiuta gli impianti di trattamento a dare una seconda vita a materiali. Di seguito il racconto della filiera del riciclo della carta, del vetro e della plastica. Basta metterli nel giusto cassonetto per dare il via al circolo virtuoso.
Le origini del cartone
Le origini del cartone risalgono alla Cina del XV secolo, mentre nel 1817 in Inghilterra furono vendute le prime scatole di cartone commerciali. La carta è un materiale comune e usato da sempre, ma non per questo meno prezioso di altri. Perché? Nonostante lo sviluppo di tanti sistemi di comunicazione digitale, rimane sempre uno strumento tra i più utilizzati al mondo e la cui produzione implica il consumo di risorse naturali.
È necessario riciclarla al meglio, dunque. Il primo passo per effettuare correttamente la raccolta differenziata di carta e cartone è quello di togliere le parti estranee, la finestrella in plastica nelle buste, i punti metallici alle riviste, e verificare se la carta è pulita, punta o bagnata. Il gestore raccoglie quindi dai contenitori appositi il materiale prodotto dai cittadini e lo fa arrivare nella Piana di Lucca, dove le cartiere cominciano la loro attività.
Dalla selezione alla “disinchiostrazione”
La carta da macero (composta da imballaggi in carta, cartone e cartoncino oltre che giornali, riviste, dépliant, libri, archivi cartacei e corrispondenza), prima di arrivare in cartiera viene spesso sottoposta a un processo di selezione nelle “piattaforme”, dove vengono eliminate le impurità (plastica, spille metalliche ecc.), ed effettuate la cernita dei materiali e la pressatura dei maceri.
I materiali selezionati vengono pressati in grandi balle e avviati alla cartiera. Qui le balle vengono gettate nella vasca piena d’acqua di un apposito macchinario, il pulper (letteralmente “spappolatore”), che ha la funzione di separare fra loro le fibre. Il prodotto finale, “sospensione”, consiste in una poltiglia di fibre in sospensione acquosa al 4% circa. Questo materiale viene sottoposto a trattamenti specifici per eliminare tutti gli eventuali materiali estranei ancora presenti come plastica, vetro, ferro, colle, paraffina ecc. A questo punto, se la nuova carta da produrre deve essere bianca, per esempio , è necessario ricorrere a un trattamento di “disinchiostrazione”, vale a dire all’eliminazione di inchiostri, vernici e smalti.
La “raffinazione”
A questi processi segue la “raffinazione”, utile per garantire la resistenza del foglio e la forma, oltre alla superficie regolare. Durante la fase di raffinazione le fibre subiscono un’azione di frusta e una successiva azione di taglio, per renderle più elastiche e più flessibili oltre ad aumentarne i punti di contatto e quindi la resistenza.
Ed ecco che il nuovo foglio, cartone, rotolino… è pronto