Si parte a giugno con le ciliegie “senza” – terbutilazina, S-metolaclor, bentazone, glifosato -, prime protagoniste della campagna di Coop “Agricoltura a alta sostenibilità”. Poi sarà la volta di meloni, uva e clementine. Obiettivo: ridurre e, dove possibile, eliminare i pesticidi, limitare i concimi e contenere l’uso delle risorse idriche per acque e terreni più puliti e filiere dell’ortofrutta a marchio ancora più sostenibili. Un’operazione rivoluzionaria basata sui metodi dell’agricoltura di precisione. Una scelta dettata dal principio di precauzione che tocca il piatto dei consumatori.
Tecnologie innovative, droni, smartphone e app raccolgono informazioni sull’ambiente agricolo e aiutano a dosare acqua, fertilizzanti e fitosanitari in base al reale fabbisogno delle colture.
L’agricoltura di precisione non è una vera e propria novità, ma ancora una rarità nell’ortofrutta italiana. In questo progetto Coop si pone al fianco dei propri fornitori, condividendo conoscenze e possibili supporti per l’inserimento di nuove tecnologie.
Applicando le metodologie e le tecniche dell’agricoltura di precisione si realizzano coltivazioni con risparmi di acqua, energia e tempo; una app ad esempio può mappare dove si pone il seme in modo che le successive lavorazioni di concimazione, irrigazione e disinfestazione intervengano esattamente dove serve con risparmio di materiali, minori irrorazioni e aumento della resa.
E’ un nuovo traguardo, dopo quello che ha coinvolto in anni passati i fornitori dei prodotti Coop che, fin dal 1988 su richiesta di Coop, hanno applicato alle colture i principi della produzione con tecniche di lotta integrata che utilizza insetti “buoni” per contrastare quelli dannosi: una sorta di pratica antesignana e base che oggi può completarsi con l’agricoltura di precisione.
Il primo passo è far diventare l’agricoltura di precisione la metodologia standard fra i fornitori dei prodotti a marchio. Coop ha garantito supporto per le informazioni necessarie all’acquisto delle tecnologie e la formazione per adeguarsi ai nuovi sistemi di coltivazione. Tappa dopo tappa, dalla riduzione con approccio razionale Coop punta all’eliminazione anche di alcune molecole più critiche per l’ambiente (terbutilazina, S-metolaclor, bentazone, glifosato). Sebbene i residui di questi prodotti in acqua e nel suolo a oggi siano considerati non rischiosi per l’uomo se correttamente impiegati, lo sono per l’ambiente. Da qui la sfida di Coop, che fa della tecnologia applicata alla sostenibilità la direzione futura di marcia.
«Quando avviamo una nuova campagna e prendiamo un impegno nel tempo, ci consideriamo un po’ dei pionieri, – ha spiegato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, di fronte a 116 fornitori di ortofrutta a marchio Coop, in occasione della fiera di Rimini MacFrut, dove, lo scorso 10 maggio è stata lanciata l’iniziativa -. Lo siamo stati nel ’93 con la raccolta di firme Disarmiamo i pesticidi, quando l’Italia aveva una legge sui pesticidi vecchia di 30 anni e se ne spargeva nei nostri terreni una media di 3,4 chilogrammi a persona. Oggi, grazie all’attenzione di tutti, delle istituzioni, dei cittadini, delle imprese, non siamo più quel paese».
A fine febbraio i parlamentari di tutte le forze politiche hanno firmato una mozione approvata alla Camera che chiede un deciso freno all’uso di pesticidi. «Ma rimane ancora molto da fare – ha sottolineato Pedroni -. Ridurre l’uso di altre molecole controverse, dopo quelle che abbiamo già eliminato, significa alzare l’asticella, fare un salto di qualità. E chiediamo anche agli altri di farlo. Sebbene i residui di pesticidi nell’acqua e nel suolo a oggi non siano considerati direttamente rischiosi per l’uomo se impiegati in modo corretto, lo sono per la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Alcune di queste molecole sono ancora oggetto di discussione, con opinioni anche diverse nel mondo scientifico».
Coop sceglie ancora una volta di adottare il principio di precauzione, lo stesso che ha fatto dire di no agli ogm, all’olio di palma, all’uso diffuso o sistematico di antibiotici negli allevamenti. In questo modo pensiamo di fare gli interessi sia dei consumatori sia dell’ambiente, ovvero proprio ciò che una cooperativa di consumatori deve fare.
Nei reparti ortofrutta dei 1100 punti vendita Coop arrivano da maggio le ciliegie completamente libere dal campo alla tavola dai quattro pesticidi, la prima di 35 filiere di ortofrutta a marchio Coop che saranno progressivamente coinvolte nell’ulteriore riduzione dei pesticidi, fino all’eliminazione, per un totale di 116 fornitori e di oltre 7000 aziende agricole. 15 saranno le colture interessate nel corso del 2019, tra cui ciliegie, meloni, uva, clementine. Tutte le famiglie di prodotti ortofrutticoli a marchio Coop saranno a regime entro 3 anni per un volume complessivo di oltre 100.000 tonnellate di prodotti coinvolti (a valore circa 325 milioni di euro).