La tradizione si rinnova, così anche il Carnevale e il modo di festeggiarlo nelle nostre città, a partire da una maggior attenzione all’ambiente. Un esempio lo troviamo in Toscana: lo storico Carnevale di Viareggio nel 2019 sarà “senza plastica”. Un’ordinanza comunale obbliga, per tutta la manifestazione, commercianti, artigiani e esercenti di attività che somministrano alimenti e bevande, la vendita e distribuzione a turisti e residenti di soli prodotti monouso, esclusivamente in materiale biodegradabile e compostabile. Lo stesso vale per tutte le associazioni, privati ed enti che operano nel contesto del Carnevale: anche loro, infatti, dovranno distribuire ai partecipanti piatti, cannucce, sacchetti, posate e bicchieri realizzati esclusivamente in materiale ecosostenibile.
Fuori Toscana, troviamo esempi di carnevale eco-sostenibile a Putignano, in provincia di Bari, che già dal 2012 festeggia con i “ciclo-carri”, grandi macchine mosse solo a pedali, e con la realizzazione dei carri con materiali per lo più di riciclo. Ad Imola, in Emilia –Romagna, dal 1998, si celebra il “Carnevale dei Fantaveicoli”, carri a tema, allegri, colorati, ma prima di tutto ecologici realizzati solo assemblando biciclette, carriole o altri veicoli (a pedali, traino, a vela, ad elica, elettrici, a pannelli solari …), che non utilizzano motori inquinanti.
Alcuni suggerimenti per fare festa nel rispetto dell’ambiente
Come possiamo agire perché la festa sia meno dannosa possibile per l’ambiente che ci circonda?
Lo abbiamo chiesto a Francesco Ruscito, della direzione nazionale di Legambiente.
Coriandoli e stelle filanti: sì o no?
“Il consiglio è quello di farne sempre un utilizzo responsabile, anche se realizzati in casa con carta colorata o di giornale di riciclo, che è sempre la soluzione migliore. Capita sempre più sovente di ritrovare coriandoli, soprattutto quelli glitterati realizzati con la plastica, nelle strade o nelle aree verdi delle nostre città”.
Palloncini: sì o no?
“Anche se per la maggior parte sono composti in lattice, materiale tecnicamente di veloce degradabilità, a volte nella loro composizione risultano additivi chimici tutt’altro che innocui per l’ambiente. Meglio evitare i palloncini ad elio, che sempre più spesso, magari per distrazione, vengono rilasciati e spiccano il volo, finendo nei boschi o nel mare. Una buona pratica è quella del “rilascio a caduta”: i palloncini vengono gonfiati e sorretti in alto tramite una rete o un lenzuolo. L’effetto è l’opposto del rilascio con elio: i bambini verranno inondati da una pioggia di palloncini creando un effetto altrettanto divertente. Consigliamo anche in questo caso luoghi chiusi”.
Maschere e trucchi fa da te: quali suggerimenti per realizzarle in modo ecosostenibile?
“Realizziamo le maschere in carta e non in plastica. Per i trucchi in rete si possono trovare molte ricette per trucchi ecologici che i bambini possono fare in casa, sicuramente meno ricchi di petrolati e sostanze tossiche”.
Un’idea per una festa di carnevale ecologica?
“Possiamo realizzare una festa a tema, ad esempio a scuola, con maschere e travestimenti realizzati preferendo materiali semplici e di riciclo, tipo un carnevale degli animali. Con giochi e i quiz sugli animali per scoprire tante curiosità sulla vita di questi esseri viventi e imparare così cose nuove anche durante l’attività ludica”.
La maschera di Arlecchino
Arlecchino, una delle maschere simbolo del carnevale italiano, è l’esempio di come si possa coniugare una buona pratica ambientale, come quella del riciclo, ai valori della solidarietà e dell’amicizia. Arlecchino era un bambino che viveva ad Almenno San Salvatore, un paesino in provincia di Bergamo. Era buono, tutti gli volevano bene, ma era molto povero. La sua mamma non aveva denaro da spendere per un vestito nuovo, così i compagni di scuola il giorno dopo portarono tutti un pezzetto di stoffa che le loro mamme avevano trovato frugando nel cestino del cucito. La mamma di Arlecchino cucì insieme tutti i pezzetti, confezionando un bel vestito allegro e colorato.